Più o meno tre anni fa ci lasciava il grande "Beck", Massimo Bechelli.
Sul giornalino "L'Arancione" (quello che danno allo stadio quando gioca la Pistoiese), un articoletto corredato di "caricatura a matita", lo ricordava a tutti gli sportivi Pistoiesi.

Noi lo facciamo riportando integralmente l'articolo di allora, con immutata nostalgia, e certi che sia impossibile, per chiunque lo conoscesse, dimenticarsi di lui.
Ciao Massimo!

PER PIACERE…

"Esattamente due mesi fa, il 19 novembre 2009, il calcio dilettantistico perdeva una delle sue voci più appassionate: quella di Mas­simo Bechelli. Perdeva la sua competenza, il suo pittoresco modo di fare, ma soprattutto la sua “onnipresenza” sui campi delle cosiddette ”categorie minori”. Egli era infatti capace, grazie ai suoi innumerevoli contatti, di essere in qualche modo presente un po’ dappertutto, riuscendo a carpire notizie, sottolineare prestazioni strepitose, segnalare i migliori in campo, quasi come se su tutti gli spalti ci fosse davvero. Ed io credo che lui, in fondo, col cuore ci fosse veramente.

Lo ricordo, durante una partita al “Sussidiario” (lui vedeva solo un tempo, poi spariva per presentarsi altrove), con l’auricolare sintoniz­zato su Radio Bruno, quando un signore anzianotto lo avvicinò per chiedergli cosa stesse facendo la Juve e lui, con leggerezza, che rispondeva ”a me quelle cose non interessano!”.

In effetti tutti noi avremmo qualcosa da imparare da questo episodio e credo che un bel bagno di umiltà non ci farà male: ricordarsi dei campi senza erba, delle scarpette fangose, delle incazzature, ci farà apprezzare ancora di più i palcoscenici delle categorie che tutti ci auguriamo per il futuro arancione.

Ho voluto ricordare Massimo un po’ come tutti quelli che lo conoscevano (e a cui manca la sua solita telefonata), con un disegno, come se fosse davvero una “caricatura”, immaginando di alzare ancora una volta la cornetta e sentire la frase che, oltre a sottolineare la sua grande discrezione, era divenuta ormai il suo marchio di fabbrica: PER PIACERE…"        (Paolo Ferro)